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12 Maggio 2023

CARBON FOOTPRINT: LA DECARBONIZZAZIONE NELLE IMPRESE.

L’impronta carbonica – in inglese Carbon Footprint – permette di stimare le emissioni di gas serra delle aziende. Ecco come misurarla e come stabilire gli obiettivi di riduzione.

A cura di Roberto Menghi
[LCA Consultant – Area Sostenibilità]


L’emergenza climatica è un tema centrale nelle agende politiche internazionali e nazionali. Ridurre le emissioni di gas a effetto serra per cercare di contenere l’aumento della temperatura media globale è un obiettivo prioritario.

Tuttavia, l’ultimo Emissions Gap Report 2022 dell’UNEP[1] e per l’Italia il recente rapporto ISPRA[2], evidenziano come i progressi nella riduzione delle emissioni di gas serra sono stati insufficienti per raggiungere l’obiettivo di limitare l’aumento di temperatura ben al di sotto dei 2°C entro il 2030, come stabilito dall’Accordo di Parigi.

In questo contesto, il settore industriale è un attore chiave nel percorso di decarbonizzazione e può diventare protagonista nell’affrontare la sfida climatica a fianco dei governi. Le imprese sono chiamate a ridurre la propria impronta sull’ambiente, nell’ottica di responsabilità verso il Pianeta e le future generazioni, ma soprattutto come scelta strategica di business di lungo periodo.

Il primo passo, quindi, è aumentare la consapevolezza del proprio impatto ambientale e favorire comportamenti, azioni e politiche orientate alla sostenibilità ambientale. Come? Con una strategia di decarbonizzazione.


[1] United Nations Environment Programme (2022). Emissions Gap Report 2022: The Closing Window — Climate crisis calls for rapid transformation of societies. Nairobi. https://www.unep.org/emissions-gap-report-2022

[2] ISPRA (2023). Le emissioni di gas serra in Italia: obiettivi di riduzione e scenari emissivi. Rapporti 384/2023. ISBN 978-88-448-1156-3


carbon footprint

COME MISURARE L’IMPRONTA CARBONICA.

La valutazione dell’impronta carbonica (in inglese carbon footprint) permette di stimare le emissioni di gas ad effetto serra generate da un’organizzazione (ma si può applicare anche a un prodotto, servizio e processo).  

Nel calcolo vengono considerate tutte le emissioni di gas climalteranti (anidride carbonica, metano, protossido d’azoto, idrofluorocarburi, esafluoruro di zolfo, perfluorocarburi) che vengono convertite in tonnellate di CO2 equivalente, mediante i fattori stabiliti a livello mondiale dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).

Esistono due standard di riferimento principali: la norma UNI EN ISO 14064 e il GHG Protocol (WRI/WBCSD).

Entrambi consentono di quantificare i gas serra connessi all’organizzazione, suddividendoli in emissioni dirette e indirette.

  • Le emissioni dirette sono quelle provenienti da fonti proprie dell’azienda o controllate dall’impresa stessa.
  • Le emissioni indirette sono una conseguenza delle attività dell’organizzazione, ma la cui fonte è controllata da altre imprese. Si tratta si analizzare le emissioni generate a monte e a valle della catena di approvvigionamento, spesso rappresentano una quota considerevole delle emissioni totali. Gli esempi di emissioni indirette sono quelle generate dalla produzione di materie prime, dall’acquisto di beni e servizi, dall’utilizzo dei beni prodotti e dallo smaltimento del prodotto finale venduto dall’azienda.
carbon footprint

CARBON FOOTPRINT: COME STABILIRE GLI OBIETTIVI.

Al momento, uno degli standard di riferimento per la definizione degli obiettivi di riduzione delle proprie emissioni, è rappresentato dall’iniziativa Science Based Targets (SBTi).

La SBTi è stata creata da UN Global Compact, Carbon Disclosure Project (CDP), World Resources Institute (WRI) e World Wide Fund for Nature (WWF), supporta il settore privato nell’accelerare la definizione di obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra.

L’iniziativa ha già supportato diverse imprese a fissare obiettivi climatici ambiziosi basati sulla scienza, quelli che contribuiranno concretamente a ridurre le emissioni di gas serra. In questo modo, anche le emissioni globali rallenteranno e si innescheranno cicli di feedback positivi per le politiche sul cambiamento climatico.

Nel dettaglio, gli obiettivi devono essere: misurabili, perseguibili e limitati nel tempo. Basati sulla migliore scienza disponibile, per poter permettere alle imprese di allinearsi ai limiti della Terra e agli obiettivi di sostenibilità. Gli obiettivi devono essere tracciati nel lungo periodo (entro il 2050) sia nell’intermedio, in modo da monitorare passo dopo passo il loro raggiungimento.

DALLE PAROLE AI FATTI .

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