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21 Maggio 2024

INCENDI BOSCHIVI: UN FENOMENO DA CONOSCERE.

Con l’arrivo della stagione estiva s’infiamma il problema degli incendi boschivi. Vediamo da dove scaturiscono, le azioni che vengono messe in campo e quale contributo possiamo dare.


A cura di Carlotta Dolcini e Giulia Anastasi

[Consultant e Responsabile Rischi Industriali & Ambiente – Area Sostenibilità]


Quando soffia il vento dell’estate, il problema degli incendi boschivi divampa. Ma quando parliamo tecnicamente di questo fenomeno?

Nella “Legge quadro in materia di incendi boschivi” n°353 del 21 novembre 2000, un incendio boschivo viene definito come “un fuoco con suscettibilità ad espandersi su aree boscate, cespugliate o arborate, comprese eventuali strutture ed infrastrutture antropizzate poste all’interno delle predette aree, oppure su terreni coltivati o incolti e pascoli limitrofi a dette aree”. Un incendio boschivo può anche dare origine a un incendio di interfaccia. Quest’ultimo è un incendio che interessa aree di interfaccia urbano-rurale, ossia il luogo dove l’area naturale e quella urbano-rurale si incontrano e interferiscono reciprocamente.

In questo articolo approfondiamo la tipologia di cause, le possibilità di previsione e ciò che può essere messo in campo dai professionisti.

LE CAUSE D’INCENDIO.

Le cause di un incendio possono essere:

  • eventi naturali: ad esempio fulmini o eruzioni vulcaniche; questa tipologia di incendi si verifica raramente;
  • eventi di origine umana: possono essere:
    • colposi (involontari), ossia comportamenti irresponsabili e imprudenti dell’uomo; ad esempio, uso di fuoco per bruciare stoppie in aree contigue a boschi oppure abbandono di mozziconi di sigarette e fiammiferi oppure lancio di petardi;
    • dolosi (volontari), ossia incendi appiccati volontariamente per arrecare danno al bosco e all’ambiente.

In base alla sua origine, un incendio può essere:

  • sotterraneo: brucia lentamente le sostanze vegetali sotto il livello del suolo (il muschio, la torba, l’humus indecomposto); la combustione è lenta, ma si spegne con difficoltà;
  • di superficie: brucia lo strato superficiale della vegetazione a livello del suolo (erba, foglie e rami morti); si tratta del tipo di incendio più frequente e anche quello più facilmente controllabile. In questo caso, il fuoco è rapido ma non intenso;
  • di chioma: si propaga da una chioma all’altra degli alberi ed è quello più difficile da controllare;
  • di barriera: si tratta del caso in cui l’incendio di chioma si unisce ad un incendio di superficie ed è estremamente intenso e distruttivo.

I fattori che favoriscono l’innesco di un incendio e la propagazione del fuoco sono:

  • caratteristiche della vegetazione;
  • condizioni climatiche (soprattutto influiscono vento, umidità e temperatura);
  • morfologia del territorio.

Questi sono gli elementi di riferimento per elaborare gli indici di previsione del rischio di incendio boschivo.

PREVISIONE, PREVENZIONE E LOTTA ATTIVA CONTRO GLI INCENDI BOSCHIVI.

La combinazione di temperature elevate, condizioni topografiche particolari ed assenza di precipitazioni per periodi di tempo prolungato rende qualunque copertura vegetale del terreno più suscettibile e vulnerabile agli incendi.

In Italia, queste condizioni meteoclimatiche si presentano più frequentemente nella stagione estiva. Pertanto, nell’ambito delle attività antincendio boschive a scala nazionale il Dipartimento della Protezione Civile, identifica come “stagione degli incendi boschivi” il periodo indicativamente compreso tra il 15 giugno e il 30 settembre. Durante questo periodo viene attivata la campagna antincendio boschivo, che prevede un rafforzamento delle capacità operative nelle azioni di previsione, prevenzione e lotta attiva mediante l’impiego dei mezzi di contrasto attivo a terra e in volo sia a disposizioni delle regioni che dello Stato.

Nel dettaglio:

  • L’attività di previsione consiste nell’individuare le aree e i periodi a rischio incendio boschivo, nonché gli indici di pericolosità elaborati sulla base di variabili climatiche e vegetazionali. In riferimento a tale attività, il Dipartimento della Protezione Civile emette giornalmente un bollettino di suscettività all’innesco degli incendi boschivi su tutto il territorio nazionale.
  • L’attività di prevenzione consiste nel mettere in campo azioni mirate a ridurre le cause e il potenziale innesco d’incendio e interventi finalizzati alla mitigazione dei danni conseguenti. Tale attività si concretizza in azioni destinate al bosco (con interventi di corretta gestione delle risorse disponibili, di competenza specifica delle Regioni) e in azioni destinate all’uomo (con attività formative e informative destinate a prevenire comportamenti scorretti e a promuovere la conoscenza del rischio e l’adozione di norme di comportamento corrette).
  • Gli interventi di lotta attiva contro gli incendi boschivi comprendono le attività di ricognizione, sorveglianza, avvistamento, allarme e spegnimento con mezzi da terra e aerei. In particolare, su tutto il territorio vengono dislocate squadre di intervento per lo spegnimento a terra formate da addetti specializzati e su un’apposita mappa vengono indicati gli obiettivi prioritari da difendere e l’ambito territoriale di pertinenza di ciascuna squadra.

COMPETENZE IN MATERIA DI INCENDI BOSCHIVI.

In Italia, il principale riferimento normativo per le attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi nel territorio nazionale è costituito dalla già citata “Legge quadro in materia di incendi boschivi” n°353 del 21 novembre 2000. Secondo quanto definito in tale legge, le principali competenze sono assegnate alle Regioni, che hanno il compito di emanare annualmente i piani per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi (principalmente attraverso il Piano Antincendio Boschivo, o piano AIB).

Pertanto, le Regioni, con i rispettivi organi di Protezione Civile, hanno il coordinamento delle attività di contrasto attivo sul territorio di propria competenza con l’uso di mezzi e risorse regionali e all’occorrenza anche statali. Il Dipartimento della Protezione Civile è coinvolto nel coordinamento delle attività di spegnimento con la flotta aerea antincendio dello Stato, mentre il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) è incaricato dell’aggiornamento annuale dei piani antincendio boschivo nelle aree protette.

Anche i Comuni, attraverso i Piani di Protezione Civile, devono:

  • valutare il rischio di incendio boschivo e di interfaccia nel proprio territorio;
  • definire opportune norme di comportamento e misure di intervento da mettere in atto in caso di incendio;
  • diffondere a tutta la popolazione le informazioni sul rischio di incendio boschivo e di interfaccia e sul corretto comportamento in caso di incendi.

Infine, è importante sottolineare che gli incendi boschivi e di interfaccia, come tutti i disastri naturali,  possono avere un impatto anche sugli stabilimenti industriali, causando potenzialmente incidenti rilevanti. Nella letteratura internazionale, tali incidenti sono definiti eventi Na-Tech (Natural Hazard Triggering Technological Disasters).

L’interazione fra rischi naturali e rischio industriale può comportare, infatti, un’amplificazione degli effetti e dei danni. È quindi importante che gli tutti stabilimenti industriali (e specialmente gli Stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante) effettuino una specifica analisi di rischio per la valutazione degli eventi Na-Tech, valutando quindi i potenziali fattori di rischio e individuando idonee misure di prevenzione, gestione e mitigazione delle conseguenze.

NIER Ingegneria oltre all’esperienza pluriennale nella redazione di Piani di Protezione Civile a scala comunale e sovracomunale, e nei servizi a supporto delle strutture di protezione civile (attività formative per addetti di protezione civile e informative rivolte alla popolazione), ha esperienza nell’implementazione e applicazione di metodologie finalizzate all’Analisi di Rischio Na-tech in ambito industriale.

COSA FARE IN CASO DI INCENDIO.

Al Dipartimento Nazionale di protezione civile i comportamenti da evitare per prevenire gli incendi e quelli raccomandati in caso di incendio in corso.

  • Non gettare mozziconi di sigaretta o fiammiferi ancora accesi, possono incendiare l’erba secca.
  • Non accendere fuochi nel bosco. Usa solo le aree attrezzate. Non abbandonare mai il fuoco e prima di andare via accertati che sia completamente spento.
  • Se devi parcheggiare l’auto accertati che la marmitta non sia a contatto con l’erba secca. La marmitta calda potrebbe incendiare facilmente l’erba.
  • Non abbandonare i rifiuti nei boschi e nelle discariche abusive. Sono un pericoloso combustibile.
  • Non bruciare, senza le dovute misure di sicurezza, le stoppie, la paglia o altri residui agricoli. In pochi minuti potrebbe sfuggirti il controllo del fuoco.
  • Se avvisti delle fiamme o anche solo del fumo telefona al numero di soccorso 1515 – un servizio gratuito, attivo 24 ore su 24 o, dove attivato, al numero unico di emergenza 112. Non pensare che altri l’abbiano già fatto. Fornisci le indicazioni necessarie per localizzare l’incendio.
  • Cerca una via di fuga sicura: una strada o un corso d’acqua. Non fermarti in luoghi verso i quali soffia il vento. Potresti rimanere imprigionato tra le fiamme e non avere più una via di fuga;
  • Stenditi a terra in un luogo dove non c’è vegetazione incendiabile. Il fumo tende a salire e in questo modo eviti di respirarlo;
  • Se non hai altra scelta, cerca di attraversare il fuoco dove è meno intenso per passare dalla parte già bruciata. Ti porti così in un luogo sicuro;
  • L’incendio non è uno spettacolo, non sostare lungo le strade. Intralceresti i soccorsi e le comunicazioni necessarie per gestire l’emergenza.

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