VALUTAZIONE RISCHIO SISMICO.
La valutazione del rischio sismico rafforza la prevenzione e la protezione nei luoghi di lavoro.
A cura di Salvatore Rizzo
[Tecnico Construction Safety & Engineering – Area Sicurezza Occupazionale]
Negli ultimi anni, gli eventi sismici hanno messo in luce l’inadeguatezza del nostro patrimonio edilizio. Non solo rispetto alle abitazioni, ma soprattutto riguardo agli edifici in cui si svolgono attività lavorative sia pubbliche che private. Pertanto, è fondamentale rendere consapevoli i Datori di Lavoro, ma anche i Dirigenti Scolastici o i Funzionari della PA dell’importanza di integrare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) con l’analisi del Rischio Sismico. Questo riguarda sia le componenti strutturali che tutti gli elementi non strutturali e impiantistici.
Nonostante il Testo Unico della Sicurezza D.lgs. 81/08 richieda chiaramente la valutazione del rischio sismico nei luoghi di lavoro, viene spesso vista come un’integrazione in più, senza comprendere fino in fondo la vera natura catastrofica che un terremoto porta con sé.
Un evento sismico, seppur non prevedibile e stimabile solo in funzione di analisi statistiche in merito alla sismicità del territorio, spesse volte, dagli addetti alla gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro, viene associato ad un rischio generale esteso a tutta la popolazione e non trattabile all’interno di un DVR.
Al di là degli obblighi di legge, una valutazione del rischio sismico, può trasformarsi in indispensabile strumento per il generale miglioramento delle condizioni di sicurezza dei luoghi di lavoro, nonché di rafforzamento della strategia di business continuity aziendale.
L’importanza di rendere un luogo di lavoro sicuro, anche in caso di terremoto, impone al Datore di Lavoro una serie di attenzioni e misure di prevenzione e protezione (es. solidità e stabilità degli elementi non strutturali, procedure di evacuazione ed emergenza) legate allo specifico luogo di lavoro su tutti gli elementi presenti (impianti, tamponature, vetrate, scaffalature, ecc).
Si ravvisa quindi la necessità di:
- Valutare la vulnerabilità/sicurezza sismica della struttura e degli elementi non strutturali negli edifici, programmando eventualmente gli interventi di adeguamento in caso di criticità riscontrate;
- Integrare il documento di valutazione dei rischi (DVR) con il rischio sismico;
- Redigere specifiche procedure di intervento in caso di emergenza sismica, attraverso l’integrazione dei Piani di Emergenza (PE);
- Provvedere a regolare manutenzione tecnica su ambienti, attrezzature ed impianti.
L’Art. 2 comma 3 dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri (OPCM) 3274/2003 e s.m.i. individua gli edifici e le opere infrastrutturali di cui è obbligatoria la verifica dal punto di vista sismico.
Per la prima volta vengono introdotti due concetti molto importanti: “solidità” – cioè la consistenza del manufatto – e “stabilità”, intesa come la resistenza meccanica nei confronti dei carichi statici e dinamici (azione sismica) con riferimento alle verifiche di sicurezza di cui alle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC2018). Stabilità e solidità rappresentano i requisiti dei luoghi di lavoro con riferimento alla vulnerabilità sismica del sito in relazione al tipo di impiego.
L’Allegato IV e l’art. 64 relativamente all’eliminazione dei difetti che possano pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori del D.Lgs. 81/08 richiamano alle Norme Tecniche per le Costruzioni sia per nuove costruzioni che per interventi su opere esistenti.
Per codificare la valutazione del rischio sismico occorre prima definire i danni che l’evento può causare. I danni da considerare ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori sono:
- Di carattere strutturale ad elementi portanti (pilastri, travi);
- Di carattere non strutturale ad elementi esterni (camini, cornicioni, ecc.) ed interni (tramezzi);
- A materiale d’arredo (scaffalature, ecc.) e impianti (non strutturali);
- Elementi il cui eventuale danneggiamento può costituire minaccia per l’incolumità dei lavoratori ed ostruzione delle vie di fuga (non strutturali).
RISCHIO SISMICO STRUTTURALE.
Il sisma è un fenomeno naturale dovuto all’improvvisa liberazione di energia elastica e pertanto risulta di difficile previsione. Le componenti che definiscono il rischio sismico sono pericolosità, vulnerabilità ed esposizione.
Considerato che l’unica previsione possibile è di tipo statistico, basata sulla conoscenza dei terremoti del passato, il rischio non può essere eliminato completamente, ma deve essere gestito in modo che possa essere ridotto il più possibile. Pertanto, il datore di lavoro deve utilizzare una strategia finalizzata a limitarne gli effetti sull’ambiente e sulle persone, attuando politiche di prevenzione e riduzione del rischio, in particolare:
- misure di prevenzione finalizzate alla riduzione della vulnerabilità delle costruzioni esistenti con opportuni interventi di adeguamento;
- misure di protezione per la corretta gestione dell’emergenza sismica, come per esempio norme comportamentali specifiche contenute nel Piano di Emergenza e di Evacuazione.
RISCHIO SISMICO NON STRUTTURALE.
Per completare al meglio l’analisi di rischio sismico è di fondamentale importanza estenderla ad eventuali elementi non strutturali che possono essere danneggiati dalle vibrazioni prodotte dal sisma per poi collassare e produrre effetti che possono essere gravi, pur rimanendo integra la struttura portante dell’edificio/costruzione.
“Per elementi costruttivi non strutturali s’intendono quelli con rigidezza, resistenza e massa tali da influenzare in maniera significativa la risposta strutturale e quelli che, pur non influenzando la risposta strutturale, sono ugualmente significativi ai fini della sicurezza e/o dell’incolumità delle persone”.
Per quantificare il rischio è necessario verificare la presenza, la tipologia, l’integrità, la tecnica di costruzione e la disposizione/collocazione degli elementi non strutturali all’interno del luogo di lavoro.
Di fondamentale importanza è l’approccio che NIER utilizza nelle proprie valutazioni, vantando la possibilità di esperienze multidisciplinari in grado di calibrare i diversi approcci sulle specifiche realtà produttive, con l’utilizzo di metodi speditivi o analitici di valutazione della vulnerabilità/fragilità sismica, formulati sulla base della verifica di coerenza ed applicabilità rispetto ai seguenti parametri:
- Conformità a criteri di valutazione rischio sia per impianti industriali generici (D.lgs. 81/08) sia per impianti a Rischio Incidente Rilevante (D.lgs. 105/2015);
- Applicabilità a tutte le categorie di item industriali (Sistemi impiantistici, edifici, sistemi di trasporto);
- Diversi livelli di approfondimento a seconda del contesto ed adattabilità alla complessità dei contesti industriali.
Nonostante il tema del sisma non sia ancora di sensibilità pubblica, NIER si impegna quotidianamente ad affrontare la sfida di costruire una cultura della sicurezza all’avanguardia nei tempi e nelle modalità.