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15 Aprile 2024

CSRD: LO SCHEMA DEL DECRETO SULLA CORPORATE SUSTAINABILITY REPORTING DIRECTIVE.

Gli Stati membri dell’Unione Europea devono recepire la CSRD entro il 6 luglio 2024.


Lo schema del decreto che recepisce in Italia la Direttiva (UE) sulla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) è stato reso disponibile per la consultazione pubblica. La CSRD vuole migliorare la trasparenza delle imprese sui loro impatti ambientali, sociali e di governance, con l’introduzione di obblighi di rendicontazione più stringenti.

L’entrata in vigore del recepimento della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) si colloca in diversi momenti a seconda della tipologia di imprese coinvolte:

  • 1° gennaio 2024: per le grandi imprese e per le imprese madri di grandi gruppi con oltre 500 dipendenti (anche su base consolidata) che sono enti di interesse pubblico, ossia per i soggetti già tenuti all’obbligo di pubblicare la dichiarazione non finanziaria ai sensi del regime previgente;
  • 1° gennaio 2025: per tutte le grandi imprese e società madri di grandi gruppi diverse da quelle di cui al punto precedente;
  • 1° gennaio 2026: per le piccole e medie imprese con strumenti finanziari ammessi alla negoziazione su mercati regolamentati, enti creditizi piccoli e non complessi, e le imprese di assicurazione captive e le imprese di riassicurazione captive;
  • 1° gennaio 2028: per imprese di paesi terzi.

Nei successivi 7 passaggi che ti proponiamo, puoi avere ben chiaro cosa prevede lo schema del decreto. Ad esempio, puoi leggere che la CSRD estende gli obblighi di rendicontazione anche alle PMI quotate.

7 CONTENUTI DELLO SCHEMA DEL DECRETO.

Se facciamo una sintesi dei principali contenuti dello schema del decreto, possiamo selezionarne 7:

Introduzione alla CSRD

La direttiva è entrata in vigore il 5 gennaio 2023 e si applicherà gradualmente a partire dagli esercizi finanziari che iniziano il 1° gennaio 2024. Gli Stati membri devono recepire la CSRD entro il 6 luglio 2024.

Obiettivi e Ambito di Applicazione

La CSRD estende gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità a tutte le grandi imprese e gruppi, incluse le PMI quotate (escludendo le micro-imprese). Introduce standard europei di rendicontazione (ESRS) elaborati dall’EFRAG e anche l’obbligo di sottoporre la rendicontazione di sostenibilità a una verifica di conformità.

La Rendicontazione di Sostenibilità

La rendicontazione sostituisce la precedente “dichiarazione di carattere non finanziario” e diventa parte integrante della relazione sulla gestione. Dovrà essere redatta secondo gli standard ESRS e pubblicata sia secondo le tempistiche che le modalità previste per i documenti finanziari dell’impresa.

Obbligo di Attestazione

Le imprese dovranno far attestare la conformità della rendicontazione di sostenibilità da un revisore legale o un’impresa di revisione contabile, secondo un processo che acquisisca un livello di sicurezza limitata, da far evolvere verso un livello di sicurezza ragionevole.

Autorità di Vigilanza e Sanzioni

La vigilanza sulla conformità è assegnata alla Consob per le società quotate e non prevede ulteriori vigilanze per le società non quotate. Il regime sanzionatorio sarà adeguato all’ampliamento degli obblighi di rendicontazione. Si tiene conto della dimensione dell’impresa e della complessità delle informazioni richieste.

Disposizioni Transitorie

Si prevedono disposizioni transitorie per facilitare l’adattamento delle imprese ai nuovi obblighi, soprattutto per quelle soggette all’applicazione immediata della direttiva.

Partecipazione alla Consultazione

Il documento invitava alla partecipazione pubblica e alla consultazione sul decreto fino allo scorso 18 marzo.

Questo schema del decreto rappresenta un passo importante verso una maggiore trasparenza e responsabilità delle imprese riguardo ai loro impatti ambientali, sociali e di governance. Soprattutto, offre l’opportunità di contribuire al processo di recepimento della CSRD in Italia.

Leggi lo schema completo del decreto.


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