LA VALUTAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO AMBIENTALE: IL SUONO DELLA TECNOLOGIA.
Nuovi strumenti di rilevazione all’opera. Ecco come abbiamo aiutato diverse realtà a far luce sui contenziosi.
A cura di Mirco Fanti
[Tecnico Acustico e Ambientale – Area Sostenibilità]
LA VERIFICA DELL’IMPATTO ACUSTICO.
È una valutazione fondamentale per ogni azienda. La verifica del rispetto dei limiti di riferimento è regolamentata dalla normativa acustica (L447/95) ed è uno strumento di tutela per ogni impresa. La verifica che tutto sia a prova di legge permette di lavorare con maggiore serenità e di evitare l’esposizione a multe, cause civili o penali. Per non parlare dei danni economici causati dall’interruzione delle attività produttive.
La verifica dell’impatto acustico non è sempre agevole. L’accesso ai ricettori può essere ostacolato dalla mancanza di disponibilità degli interessati, dall’altezza dei palazzi e degli appartamenti. Oppure, la verifica può richiedere rilievi sulle 24 ore in zone non presidiate che possono aumentare le difficoltà a individuare le fonti responsabili dei livelli sonori misurati. Anche nella caratterizzazione delle fonti sonore delle aziende, il principale ostacolo è la caratterizzazione completa. Soprattutto per le fonti ad altezza maggiore e di difficile accessibilità.
NUOVI STRUMENTI PER 3 CASI.
Recentemente, NIER ha portato a termine tre attività dove ha messo in campo alcuni nuovi accessori studiati esclusivamente per poter rispondere alle condizioni più estreme. Con questi innovativi strumenti, si riescono a risolvere problematiche che prima erano difficilmente affrontabili.
Caso 1 – Centro Commerciale
Abbiamo misurato il rumore residuo in un appartamento che si trova al 3o piano di un palazzo di Bologna, per il negozio di un centro commerciale, oggetto di causa penale, con l’obiettivo di verificare l’effettiva differenza dei livelli sonori nei diversi periodi di misura utilizzati per la valutazione del criterio differenziale.
La mancanza di accessibilità all’appartamento precludeva la misurazione dei livelli di rumore presenti, in contraddittorio con le misure effettuate da ARPA nell’appartamento. Abbiamo utilizzato un treppiedi e una prolunga che ci hanno permesso di arrivare a un’altezza di 9 metri e ottenere quelle rilevazioni altrimenti impossibili.
Abbiamo sfruttato lo stesso sistema di monitoraggio anche in un appartamento, sempre al 3o piano ma sul lato opposto, per la verifica del rumore ambientale e del rispetto dei limiti di zona con le soluzioni di mitigazione acustica adottate.
Caso 2 – Stabilimento di produzione.
In questo caso, il nostro lavoro ha previsto la misurazione del contributo delle diverse fonti di rumore che si hanno in un ambiente industriale complesso di un grosso stabilimento di produzione di piastrelle ceramiche con misure sul lungo periodo e una registrazione con telecamera
La caratterizzazione delle fonti aziendali, in ambiente industriale complesso, viene fatta con misure sul breve periodo e per una caratterizzazione spaziale dell’impatto acustico. Sono misure realizzate presso gli impianti con lo scopo di avere la determinazione dell’emissione sonora delle diverse fonti. La misurazione dura 10 giorni, per monitorare le diverse fasi di accensione e avere il risultato dei diversi reparti e delle diverse macchine. La misura sui 10 giorni è stata accompagnata da un rilievo visivo e sonoro dell’ambiente con una telecamera accesa per 24 ore, così da identificare l’attivazione delle diverse fonti e il loro regime di funzionamento.
Le informazioni che abbiamo raccolto hanno permesso di stilare una classifica di importanza acustica dei diversi impianti per l’ottimizzazione degli interventi di mitigazione acustica. In particolare, l’utilizzo della telecamera con registrazione H24 ha permesso di individuare fonti che da un primo esame non erano apparse significative, ma che si sono rilevate, in particolari condizioni di funzionamento, decisamente importanti.
Caso 3 – Azienda Cartiera.
Nell’ultimo caso che ti proponiamo, ci siamo occupati della caratterizzazione delle fonti di emissione sonora di una Cartiera ricompresa all’interno di un’area ad alta urbanizzazione. Non solo, l’obiettivo era rivolto anche alla bonifica acustica dell’azienda.
La difficoltà di accesso e l’altezza delle fonti coinvolte – ad esempio i camini e gli estrattori – non permettevano una caratterizzazione completa delle fonti di emissione sonora. Inoltre, l’ampiezza delle superfici di emissione sonora – come la presa d’aria centrale a cogenerazione – rendeva impossibile il monitoraggio e la definizione della priorità di intervento.
Per questi motivi, abbiamo deciso di utilizzare delle aste di 5 e 8 metri che ci hanno permesso di raggiungere le fonti più difficili, anche quelle non accessibili con una normale piattaforma. La scelta di avere a disposizione questi strumenti ha garantito una migliore efficacia dei rilievi, una maggiore completezza delle misure e minori spese.