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17 Aprile 2024

PROSPETTIVA DI GENERE E SICUREZZA SUL LAVORO.

Considerare le differenze di genere nella sicurezza sul lavoro è una sfida che punta al benessere di tutti. A che punto siamo? 

A cura di Giulia Badini

[Formatrice Communication & Training – Area Sicurezza Occupazionale]


Negli ultimi decenni, il dibattito sulla sicurezza sul lavoro si è arricchito di una nuova prospettiva: quella di genere. In questi anni, le normative e le pratiche aziendali si sono concentrate principalmente sulla prevenzione degli infortuni e sulla tutela della salute, ma inevitabilmente è emersa l’importanza di considerare anche le differenze di genere nelle politiche e nelle misure di sicurezza sul posto di lavoro. Le donne e gli uomini spesso affrontano rischi e sfide differenti nell’ambiente lavorativo. Le donne, ad esempio, sono più esposte a determinati pericoli nei settori tradizionalmente femminili come l’assistenza sanitaria, l’educazione e i servizi sociali, mentre gli uomini sono maggiormente rappresentati in settori come l’edilizia, la produzione e la manutenzione. 

Tuttavia, queste distinzioni non devono essere considerate come assolute, perché la presenza di uomini e donne in vari settori è in continua evoluzione. Basti pensare ad alcune CEO di grandi multinazionali, magistrate, tassiste, conduttrici di bus, giocatrici di calcio professioniste. Tutti profili che hanno scardinato lo stereotipo di genere. 

Una delle sfide principali che NIER porta avanti nella promozione della sicurezza sul lavoro in una prospettiva di genere è quella di superare gli stereotipi e le disuguaglianze strutturali che possono influenzare le condizioni di lavoro. 

Per affrontare queste sfide, è fondamentale adottare un approccio inclusivo che tenga conto delle diverse esigenze ed esperienze di uomini e donne sul posto di lavoro. Ciò significa non solo implementare politiche e protocolli di sicurezza che siano sensibili al genere, ma anche promuovere una cultura aziendale che valorizzi la diversità e l’inclusione.  

Ad esempio, è fondamentale sottolineare l’importanza della maternità e della paternità come aspetti che devono essere valorizzati e supportati sul posto di lavoro. La maternità non dovrebbe essere vista come un ostacolo alla carriera delle donne, ma piuttosto come un’esperienza che arricchisce la forza lavoro e la società nel suo complesso. Allo stesso modo, la paternità dovrebbe essere considerata un impegno prezioso e condiviso, che richiede un adeguato sostegno e flessibilità da parte dei datori di lavoro.  

Le politiche aziendali dovrebbero riflettere questo principio, garantendo che le lavoratrici madri abbiano accesso a congedi di maternità retribuiti totalmente o quasi, servizi di assistenza all’infanzia sul posto di lavoro e flessibilità nel programma di lavoro per bilanciare le esigenze familiari con quelle lavorative. Allo stesso modo, i lavoratori padri dovrebbero essere incoraggiati e supportati nel prendere congedi parentali per partecipare attivamente alla cura dei figli e nel bilanciare le responsabilità familiari e lavorative. 

ALCUNE MISURE PER UNA PROSPETTIVA DI GENERE.

Le aziende possono adottare una serie di misure per migliorare la sicurezza sul lavoro in una prospettiva di genere. Queste includono: 

Analisi differenziata dei rischi.

Condurre adeguatamente valutazioni dei rischi che tengano conto delle differenze di genere e delle specifiche esigenze di uomini e donne nei diversi settori e mansioni. 

Formazione e sensibilizzazione.

Offrire una formazione adeguata sulle questioni di genere e sensibilizzare i dipendenti sui rischi specifici che possono essere legati al genere. 

Infrastrutture e servizi adeguati.

Assicurarsi che i luoghi di lavoro siano dotati di infrastrutture e servizi adeguati per soddisfare le esigenze sia di uomini e che delle donne. Come, ad esempio, l’istituzione di nidi aziendali e l’implementazione di una maggiore flessibilità per le mamme e i papà.

Promozione della parità di genere.

Favorire l’equità di genere nelle opportunità di carriera, nei salari e nelle politiche aziendali per creare un ambiente di lavoro più inclusivo e sicuro per tutti.  

Partecipazione e coinvolgimento.

Coinvolgere attivamente uomini e donne nelle decisioni riguardanti la sicurezza sul lavoro, dando voce alle loro esperienze e alle loro preoccupazioni. 

INFORTUNI FEMMINILI RILEVANTI.

Investire nella sicurezza sul lavoro da una prospettiva di genere non solo migliora le condizioni di lavoro per tutti i dipendenti, ma contribuisce anche a promuovere una cultura aziendale più equa, inclusiva e rispettosa delle differenze.  

L’INAIL ogni anno pubblica in occasione della Giornata internazionale dell’8 marzo, un’analisi approfondita del fenomeno infortunistico al femminile. È interessante osservare come il fenomeno infortunistico si scontri e rilevi annualmente le differenze infortunistiche in base al genere.  

“Nel 2022 l’incidenza degli infortuni “fuori azienda”, che comprendono gli infortuni in itinere e quelli avvenuti in occasione di lavoro con mezzo di trasporto coinvolto, è stata di circa il 17% per le donne e del 15% per gli uomini. Per i casi mortali, la percentuale femminile sale al 61,7% (82 decessi sui 133 del 2022) e quella maschile al 44,2% (492 su 1.114)”. Numeri che delineano un modello familiare-sociale che coinvolge le donne nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Sicuramente, oltre alle politiche sociali, l’attuazione di un piano spostamento casa-lavoro potrebbe aiutare ad abbassare questi numeri.
 
Sempre secondo i dati INAIL, “circa il 15% di tutti gli infortuni al femminile del 2022 ha riguardato le lavoratrici con un’età compresa tra i 50 e i 54 anni, che risultano, quindi, le più colpite. Inoltre, dei 133 casi mortali femminili avvenuti nello stesso anno, oltre un quinto, con 27 casi, riguarda la classe di età 50-54 anni, in diminuzione del 18,2% rispetto al 2021.  
 
Le malattie professionali denunciate sono state 15.881, 1.003 casi in più, pari al 6,7%, rispetto al 2021. Le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo si confermano le più diffuse e, insieme a quelle del sistema nervoso, superano il 92% delle denunce femminili.” 

In conclusione, la sfida che ci pone la società di oggi è quella di applicare un’attenta analisi dei rischi sul lavoro con un approccio gender equality. Oltre a questa, però, devono seguire azioni che puntano alla prevenzione e alla protezione dei lavoratori considerando le differenze di genere.  


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