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28 Maggio 2021

Misurare la Sostenibilità in azienda: gli strumenti per quantificare i benefici di un modello di Economia Circolare

Per “quantificare” il grado di sostenibilità di un sistema o di un prodotto circolare, le aziende e le organizzazioni hanno a disposizione un set di strumenti (certificazioni, label, indicatori, ecc.) molto ampio, su cui c’è poca chiarezza su come e perché un’azienda ne potrebbe usufruire.

Cosa approfondirai in questa news:

  1. STRUMENTI SISTEMICI PER L’ECONOMIA CIRCOLARE
  2. STRUMENTI DI MISURAZIONE E MIGLIORAMENTO DELLA SOSTENIBILITÀ
  3. STRUMENTI PER L’ACCREDITAMENTO E COMUNICAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ
  4. NUOVI STANDARD UNI & ISO PER L’ECONOMIA CIRCOLARE

Articolo realizzato in seguito agli approfondimenti del webinar “Economia Circolare e Sostenibilità verso modelli di business circolari


La Sostenibilità ambientale, sociale ed economica – lo avevamo specificato nella guida dedicata agli esempi di economia circolare – non è uno slogan “qualitativo”: è un paradigma misurabile a supporto delle scelte e decisioni strategiche verso modelli di business sostenibili e circolari.

Per aziende e PMI, diventa quindi imprescindibile avere chiari in mente gli strumenti ufficiali, riconosciuti e concreti per quantificare le potenzialità delle strategie e delle azioni di sostenibilità.

Quella che troverai in questo articolo è una “cassetta degli attrezzi” essenziale per:

  • avere sempre sotto controllo il percorso strategico di medio-lungo termine e i risultati di business circolare che si vogliono raggiungere;
  • valutare le potenzialità strategiche di un percorso circolarità e delle sue specifiche tappe;
  • dare evidenza ai propri stakeholder del percorso verso un modello di business circolare e sostenibile intrapreso.

STRUMENTI “SISTEMICI” PER L’ECONOMIA CIRCOLARE

Parliamo in questo caso di sistemi di gestione ambientale o linee guida per l’adozione di un’economia circolare, con il vantaggio di adottare una prospettiva alta e a 360° sull’intero progetto.

Tra i principali strumenti di natura sistemica e standard di gestione ambientale, ma l’elenco è tutt’altro che esaustivo, ricordiamo:

  1. UNI EN ISO 14001:2015
  2. UNI EN ISO 50001:2018
  3. BS 8001:2017.

Gli strumenti di natura sistemica per “quantificare” la sostenibilità aziendale rivestono un ruolo importante soprattutto per un’altra ragione: perché permettono di integrare un modello organizzativo in grado di avere sotto controllo parametri, processi e figure che si occuperanno dello sviluppo dei processi circolari stessi.

Un modello organizzativo interno che permette però di avere un fondamentale sguardo rivolto anche verso l’esterno. Ovvero, verso ciò che stanno facendo stakeholder e partner lungo la filiera produttiva, verso ciò che la tua azienda sta facendo a monte (quindi, nella fasi di approvvigionamento e fornitura) e a valle del processo produttivo (quindi, il destino del prodotto della tua azienda quando esce dal mercato).

Un secondo beneficio portato da questi strumenti di natura sistemica, è quello di aiutare a delineare una strategia di medio-lungo periodo per raggiungere obiettivi che sono in linea con la politica (di sostenibilità, di circolarità) definita dalla direzione aziendale.

In ultimo, standard e sistemi di gestione ambientale o le specifiche linee guida adottate, sono essenziali per avere una consapevolezza di ciò che si sta facendo all’interno e all’esterno della tua azienda.

Una consapevolezza accompagnata da azioni di monitoraggio di dettaglio di quanto accade sulla supply chain e sulle fasi di “fine vita” del prodotto o processo.

In definitiva si può dire che questi standard di sistema permettono alla tua azienda di:

  • avviare e garantire un forte coinvolgimento del management aziendale. Una condizione essenziale al fine di avviare una strategia di circolarità robusta e solida;
  • avviare un coinvolgimento integrato di tutti gli attori lungo la filiera (a monte e a valle). Avere questa visione ti permette di implementare una strategia di circolarità del prodotto finito, ma anche di stipulare con stakeholder a valle del processo produttivo delle partnership per recuperare parte del prodotto a fine vita, ad esempio;
  • avere obiettivi e tempi ben definiti. Questo consente di allocare tempo e risorse a un team o a figure strategiche aziendali che potranno sviluppare le tematiche di economia circolare all’interno dell’organizzazione;
  • tenere sotto controllo – con degli audit – cosa succede verso l’interno l’esterno.

Le azioni verso nuovi modelli di business circolare possono e devono essere misurate. Dalla fase di valutazione (Plan) fino all’analisi dei risultati (Check).
Saremmo felici di mostrarti come costruire una concreta strategia insieme per la tua azienda

STRUMENTI PER “MISURARE E MIGLIORARE” LA SOSTENIBILITÀ

Sono strumenti finalizzati a raggiungere un grado di dettaglio e quantificazione concreta con cui la tua azienda potrà rispondere a due obiettivi:

  • voglio valutare le potenzialità della strategia del mio percorso verso un modello di business circolare“;
  • voglio misurare se effettivamente quanto sto mettendo in piedi è vantaggioso e porta i benefici attesi“.

Gli strumenti e relativi indicatori per effettuare analisi e valutazioni di questo tipo sono numerosi.
L’elenco e la scelta su quali adottare varia in base al focus di sostenibilità che l’azienda intende perseguire: che sia quindi di natura sociale, ambientale o economica.

Di seguito puoi vedere una rapida carrellata dei principali indicatori, che abbiamo selezionato in base al loro grado di utilità e maturità in termini di adozione da parte di numerose aziende di dimensioni e settori di mercato differenti:

Strumenti di misurazione e miglioramento di impatto SOCIALE:

  1. S LCASocial Life Cycle Assessment
  2. Social Footprint – Product Social Identity
  3. KPI specifici su aspetti sociali

Strumenti di misurazione e miglioramento di impatto AMBIENTALE:

  1. Analisi dei flussi di massaMaterial Flow Analysis
  2. Analisi LCALife Cycle Assessment
  3. KPI specifici di natura ambientale (es. carbon e water footprint)

Strumenti di misurazione e miglioramento di impatto ECONOMICO:

  1. Analisi dei costi sul ciclo di vitaLife Cycle Costing
  2. KPI specifici di natura economica.

L’analisi LCA è sicuramente tra gli strumenti più efficaci e adottati in materia di sostenibilità ambientale.

L’analisi Life Cycle Assessment (LCA) è un metodo di calcolo – standardizzato e riconosciuto a livello internazionale dalle norme UNI EN ISO 14040:2021 e UNI EN ISO 14044:2021 – che permette di valutare l’impatto ambientale diretto di prodotti e processi innovativi, considerando anche gli impatti indiretti associati alla supply chain (upstream), alle fasi di utilizzo (core) e fine vita (downstream)

La caratteristica che la rende uno strumento potente è la sua versatilità e flessibilità per indagare una strategia di sostenibilità.

Versatile perché, infatti, l’analisi LCA permette di spostare l’attenzione delle misurazioni:

  • a livello di intero sistema: applicarla cioè all’intera organizzazione nel complesso, su tutti i suoi beni, e fare valutazioni ex ante ed ex post rispetto all’adozione di una strategia di circolarità;
  • a livello di parte del sistema: applicarla cioè su una specifica linea di prodotto o su una singola componente di prodotto (early design stage).

Flessibile, invece, poiché permette di concentrare l’attenzione su diverse fasi di prodotto/processo:

  • fasi a monte del processo di sviluppo e produttivo (cosiddette di upstream): ad esempio, se la tua azienda progetta di introdurre materiali con un quantitativo di rinnovabilità, valutando così i diversi impatti delle due tipologie di materiali già in una fase di early stage.
  • fasi di utilizzo e consumo del prodotto/servizio (cosiddette core): ad esempio, se l’azienda progetta di implementare processi di circolarità sistemici del recupero di sfridi all’interno del mio processo produttivo, confrontando i dati con la situazione precedente;
  • fasi a valle del processo produttivo (cosiddette di downstream): ad esempio, se le modifiche progettate in ottica di eco-design dall’azienda determinano una fase di fine vita – in termini di potenziali impatti ambientali – diversa, e quindi se il passaggio da un prodotto “standard” a un prodotto as a service SAAS è effettivamente vantaggioso.
pale eoliche fonti rinnovabili energia economia circolare

Chiaramente, i potenziali indicatori di impatto che si possono ottenere al termine di una analisi LCA sono tantissimi.
Una società di consulenza e la tua azienda dovranno quindi selezionare quello che è l’approccio più consono, ritagliato sugli obiettivi interni e al grado di dettaglio che si vuole raggiungere.

Ad esempio, la tua azienda potrebbe voler quantificare l’impronta di carbonio (l’effetto negativo legato al rilascio di gas climalteranti) del prodotto X su tutte e tre le fasi del suo ciclo di vita.
Oppure vorrebbe misurare l’impatto ambientale delle attività della sola fase di upstream su più prodotti in termini di impronta di carbonio e consumo di risorse fossili (quantifica l’esaurimento di risorse non rinnovabili).

Nel primo caso la visione dell’analisi sarà limitata a un solo indicatore, ritenuto centrale nella strategia di implementare una maggiore circolarità aziendale; nel secondo caso si intende studiare l’impatto di due indicatori utilizzati in parallelo, per avere informazioni differenti sulla fase del ciclo produttivo aziendale di maggiore importanza, e fare così valutazioni più ampie e guidate da dati.

STRUMENTI DI “ACCREDITAMENTO” E COMUNICAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ

Sono strumenti che entrano in gioco una volta che la tua azienda ha adottata uno strategia di economia circolare.
Ottenere etichette e certificazioni ufficiali significa poter diffondere in modo trasparente e coerente la cultura di una buona pratica verso l’esterno.

Come forse saprai, ricevere e comunicare un accreditamento di una certificazione ricevuta – nazionale o internazionale – rappresenta un plus di riconoscimento verso l’intero mercato (pubblico, privato, B2B e B2C) e che permette di accedere a gare od ottenere punteggi premianti in questo senso.

Ottenere un label, certificazione o etichetta di sostenibilità è l’evidenza verso l’esterno dei propri sforzi e azioni concrete all’interno di un percorso di circolarità aziendale di cui è opportuno darne evidenza.

Come può essere condotta la fase di comunicazione?

Utilizzando certamente i canali propri della tua azienda – online o offline che siano -, ma adottando anche canali più standardizzati, come le dichiarazioni di carattere non finanziario o i bilanci di sostenibilità integrati.

Utilizzarli potrebbe essere una scelta strategica utile, in quanto risorse che spesso possono essere richieste dal gruppo di cui la tua azienda fa parte, oppure da stakeholder e clienti.
Infatti, proprio questi due documenti sono stati resi obbligatori dal D.lgs. 254/2016, che recepisce la direttiva UE 2014/95.

Quali sono i principali label e certificazioni che possiamo menzionare e che ti possono essere utili? All’interno della matrice degli standard UNI ISO e programmi ufficiali, in particolare:

  1. le ISO 14064 e ISO 14067, incentrate rispettivamente sull’inventario delle emissioni dirette e indirette di gas ad effetto serra (GHGs) a livello di organizzazione, e sulla quantificazione dell’Impronta di Carbonio (carbon footprint) di beni e servizi;

    Due standard che consentono di determinare quanto si è ridotta l’impronta di carbonio a livello di prodotto, organizzazione o di singole parte della stessa.
  2. Inoltre, l’azienda potrebbe decidere di richiedere il marchio riconosciuto di carbon footprint mediante l’iscrizione al Program Operator italiano Carbon Footprint Italy, per il rilascio di un marchio riconosciuto.

    L’iscrizione a tali portali nasce proprio con l’obiettivo di trasmettere solidità e credibilità verso chi lo recepisce, bypassando così il rischio di veicolare informazioni non veritiere e scadere nel greenwashing;
  3. ISO 14025, se l’azienda decide di voler sviluppare una vera e propria dichiarazione ambientale di prodotto (simile a EMAS come approccio) con una dichiarazione ambientale EPD.

    Si tratta di un tipo di certificazione basata su analisi LCA di un’infrastruttura, un prodotto o servizio aziendale, all’interno della quale è possibile inserire indicazioni relative agli aspetti di circolarità aziendali. Ad esempio indicando:

    • il quantitativo di materia seconda rinnovabile presente all’interno di un prodotto;
    • se l’azienda ha intrapreso un percorso di Economia Circolare seguendo le linee guida della BS 8001.
grafica icone strumenti integrati analisi e misurazione sostenibilità ambientale sociale economica

I principali label e certificazioni, invece, non di matrice UNI ISO – di rilevanza e credibilità nazionale e internazionale – che potrebbero essere percorribili dalla tua azienda segnaliamo:

  • REMADE ITALY®:
    uno schema nazionale per attestare l’utilizzo di materiale di riuso/recupero nei prodotti.
    Il focus di questa certificazione è sulla tracciabilità, cioè sul dare evidenza del quantitativo di materiale riutilizzato/riciclato presente all’interno di manufatto (finito o semilavorato) attraverso uno schema di tracciabilità delle materia 1 e 2 utilizzate per realizzarlo.

    Quello di REMADE ITALY® è quindi uno schema a metà strada tra un label di prodotto e uno di sistema, poiché è centrale anche un aspetto procedurale da seguire.
  • CRADLE-TO-CRADLE:
    molto riconosciuto sul mercato anglosassone e americano, che tiene in considerazione non solo gli aspetti ambientali della sostenibilità, ma anche quelli legati alle tematiche della circolarità, etiche e sociali.

    Diversamente da tutti gli altri menzionati, il CRADLE TO CRADLE è un label “elitario”, poiché impone soglie minime stringenti che, se non raggiunte in tutti i criteri analizzati dall’azienda, non è possibile ottenerlo.

NUOVI STANDARD UNI E ISO PER L’ECONOMIA CIRCOLARE

UNI e ISO sono al lavoro per creare strumenti in grado di poter lavorare in modo più preciso e robusto al tema dell’Economia Circolare.

In particolare, i 6 progetti in corso d’opera UNI e ISO che vedranno la luce entro il 2022 sono:

1) ISO/WD 59004:
sarà il riferimento normativo su cui si baseranno anche gli altri progetti.
Infatti, il suo scopo sarà di: • dare delle definizione e dei principi di applicazione che permettono al al sistema circolare di creare valore ne tempo; • dare dei domini e dei framework di implementazione di strategie di economia circolare.

2) ISO/WD 59010:
un riferimento che aprirà a una tematica e obiettivo nuovi: quello di creare un Circular Business Ecosystem.

Ovvero, suo pregio sarà di spostare il focus tematico non più sul pasaggio “semplice” da un modello di business lineare a un modello circolare, ma di creare un cluster di più aziende – anche del territorio e locali – che possano lavorare insieme all’interno di un prodotto/servizio per sviluppare un approccio consolidato di Economia Circolare.

3) ISO/WD 59020 / UNI/TS (UNI1608856):
un riferimento che porterà allo sviluppo di principi di misurazione della circolarità, con l’aggiunta di nuovi indicatori a supporto.

4) ISO/WD 59031 /UNI/TR (UNI1608977):
sarà un riferimento legato all’attività di raccolta e diffusione di “buone pratiche” di circolarità nelle aziende. Ovvero, una base di dati e casi studio che potranno essere usate come punti di partenza – da parte delle aziende – per confrontare le proprie azioni e risultati con quelli di altre realtà presenti sul mercato nazionale e internazionale.



Siamo felici di accogliere queste nuove sfide insieme e di supportarti nella strategia per rendere più Sostenibile la tua azienda:
scrivici a BD@nier.it

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