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16 Maggio 2024

Sostenibilità aziendale. Capitolo 5: IDENTIFICAZIONE E PRIORITIZZAZIONE DEI TEMI RILEVANTI.

Dall’assessment di sostenibilità all’analisi di materialità con il coinvolgimento degli stakeholder.


A cura di Claudia Verna

[Sustainability Consultant & Impact Manager – Area Sostenibilità]


Effettuare un assessment di sostenibilità, come evidenziato nel precedente contributo, ha diversi vantaggi, tra i quali la restituzione di un primo indice di argomenti ESG potenzialmente rilevanti per l’impresa. Individuare i temi cosiddetti materiali – ovvero rilevanti per l’impresa – e attribuire ad essi una priorità è un processo estremamente importante, dalla doppia valenza: decretare gli argomenti che dovranno essere oggetto di rendicontazione nel Bilancio di Sostenibilità aziendale; individuare gli ambiti sui quali l’azienda ha o potrebbe avere impatti significativi (in termini sia positivi che negativi), o dai quali potrebbe essere, viceversa, impattata a sua volta.  

COSA SI INTENDE PER MATERIALITÀ.

È altamente consigliabile che questa disamina, definita tecnicamente Analisi di Materialità, sia condotta con il coinvolgimento dell’alta Direzione per un’analisi estesa di tutte le aree aziendali e con il coinvolgimento degli stakeholder interni/esterni, per una prospettiva più competa e inclusiva degli interessi in gioco. 

Prima di affrontare il tema dello stakeholder engagement è opportuno non dare per scontate alcune nozioni alla base dell’analisi, come quella, di materialità.  

Il concetto di materialità è storicamente associato alla rendicontazione finanziaria: nel contesto della presentazione dei dati finanziari, spesso indica una soglia critica che può influenzare le scelte economiche di coloro che esaminano il bilancio di un’organizzazione, in particolare gli investitori. Tuttavia, quando ci si occupa della rendicontazione di sostenibilità, la materialità assume il significato di un principio che definisce quali argomenti rilevanti devono essere inclusi nel Bilancio.

Gli argomenti rilevanti sono quelli che possono essere ragionevolmente considerati cruciali poiché riflettono gli impatti economici, ambientali e sociali dell’organizzazione o influenzano le decisioni delle parti interessate. Infatti, a livello italiano, con l’adozione della nuova Direttiva europea di rendicontazione sulla sostenibilità – la CSRD [1] – il termine materialità è stato quasi completamente sostituito da quello di rilevanza. In questo articolo, continueremo ad utilizzarlo per renderne immediatamente evidente la connotazione tecnica e distinguerlo dal vocabolo di uso comune. 

Tendenzialmente, quindi, la materialità di carattere finanziario è connessa alla dimensione dei rischi e delle opportunità, mentre la materialità degli impatti tende a concentrarsi sulle esternalità.  

Negli ultimi anni, anche grazie al contributo dell’EFRAG [2] e della CSRD, si sta affermando la nozione di doppia materialità, che invita a superare la visione disgiuntiva di materialità finanziaria e di materialità degli impatti, offrendo invece una soluzione unitaria, a partire da una sintesi delle due prospettive. Nella prospettiva outside-in, l’organizzazione valuta attentamente i rischi e le opportunità associati alla gestione, corretta e non, di tematiche ESG specifiche e considera come queste ultime possano influenzare le sue prestazioni economico-finanziarie; nella prospettiva inside-out, l’azienda si concentra sugli effetti, sia positivi che negativi, attuali e potenziali, che la sua gestione di una particolare tematica ESG può avere sugli stakeholder e sull’ambiente. 

D’ora in avanti, questa doppia vista non riguarderà da vicino solo le imprese di grandi dimensioni o che rientrano nel perimetro di applicazione della CSRD, ma tutte le organizzazioni che vorranno rendicontare le proprie performance ESG, adottando principi comparabili o anche solo per iniziare a misurare e gestire gli impatti.  Tanto è vero che, nella bozza degli standard europei di rendicontazione della sostenibilità per le PMI non quotate (Exposure Draft) [3], pubblicata dall’EFRAG e in consultazione fino al 21 maggio, viene sottolineata l’importanza per una PMI di valutare gli impatti che ha o che è probabile che abbia sulle persone e sull’ambiente, nonché i rischi e le opportunità finanziarie che derivano o possono derivare dalle questioni di sostenibilità [4].

Tale valutazione è necessaria non solo per minimizzare o evitare impatti negativi, ma anche per migliorare i propri prodotti/servizi o crearne di nuovi, tenendo conto delle sfide ambientali e/o sociali.

GLI STAKEHOLDER.

Ma chi sono gli stakeholder e perché giocano un ruolo così centrale nell’individuazione dei temi materiali?  

Prendiamo come riferimento la definizione di stakeholder data dalla Global Reporting Initiative (GRI) nel 2016, perché ad oggi ci sembra ancora la più completa: gli stakeholder sono soggetti o individui che possono ragionevolmente essere influenzati in modo significativo dalle attività, dai prodotti o dai servizi dell’organizzazione o le cui azioni possono ragionevolmente incidere sulla capacità dell’organizzazione di attuare le proprie strategie o raggiungere i propri obiettivi [5].

analisi materialità

Per le imprese, alcune categorie di stakeholder possono includere: 

  • Partner commerciali; 
  • Consumatori; 
  • Clienti; 
  • Dipendenti e altri lavoratori; 
  • Governi; 
  • Comunità locali; 
  • Università, Centri di ricerca ed Enti di formazione; 
  • ONG; 
  • Azionisti e altri investitori; 
  • Istituti di credito;
  • Fornitori; 
  • Sindacati e gruppi vulnerabili. 

Ovviamente, si tratta soltanto di alcuni esempi. Le categorie di stakeholder da considerare e la loro relativa priorità dipendono molto dal settore e dalle caratteristiche dell’azienda che si accinge a mappare e prioritizzare le parti interessate, al fine di coinvolgerle nel proprio percorso di sostenibilità, attraverso l’Analisi di Materialità.  

Ciò che resta valido in modo trasversale è il vantaggio della co-progettazione strategica con gli stakeholder. Nella ricerca del bene comune, il punto di vista di coloro i quali hanno una qualche relazione con l’azienda e la condivisione con essi di ipotesi e progetti è un passaggio chiave, perché ogni portatore di bisogni e interessi è anche un portatore di risorse e competenze.  

Se si sceglie di adottare un pensiero di tipo sistemico, lo stakeholder diviene fondamentale per ottenere una visione d’insieme degli aspetti che meritano maggiore attenzione ed evitare il rischio dell’autoreferenzialità – non solo perché si avrà un maggior numero di opinioni sullo stesso argomento, ma perché, nell’approccio sistemico, il tutto è dato dall’emergere delle connessioni tra le parti. Di conseguenza, il focus è principalmente sulla qualità della relazione e sul coinvolgimento reciproco.  

Non a caso, per selezionare gli stakeholder da consultare, è opportuno porsi alcune domande di fondo:  

  • Quali sono gli interessi in gioco per questi stakeholder? 
  • Quali opportunità e quali sfide creano per noi? 
  • Quali responsabilità abbiamo verso di loro? Come possiamo creare responsabilità condivisa? 
  • Che tipo di comunicazione vogliamo adottare per coinvolgerli? 
  • Che risultati ci aspettiamo e come possiamo misurarli e monitorarli? 

Definiti gli stakeholder prioritari, si potrà procedere al loro coinvolgimento, attraverso la modalità più consona allo scopo: esistono, infatti, diverse forme di engagement e la Governance sarà chiamata a sottoporre ai portatori di interessi la prima scrematura di temi rilevanti attraverso questionari, interviste mirate, workshop o focus group, a seconda delle esigenze specifiche.     

IL MOMENTO DEI RISULTATI.

Una volta identificati gli aspetti ESG potenzialmente rilevanti per l’impresa, a partire dall’Elenco delle questioni di sostenibilità contenuto nel già citato Exposure Draft e in base a valutazioni inerenti la capacità di alcune questioni di sostenibilità di influire sulla creazione di valore (dal punto di vista della Direzione e con il supporto degli stakeholder), la finalizzazione dell’Analisi di Materialità prevede di: 

  • Valutare l’importanza?degli aspetti rilevanti in relazione ai relativi impatti effettivi o potenziali, positivi o negativi, a breve, medio e lungo termine, sulla creazione di valore per le persone e per l’ambiente. Se si tratta di un effetto noto negativo, in base alla determinazione di entità, portata ed eventuale carattere irreparabile, si dovrà ottenere una stima della gravità dell’impatto. Se si tratta di un impatto potenziale, oltre alla gravità sarà necessario stimarne anche la probabilità di accadimento [6].
  • Valutare l’importanza degli aspetti rilevanti in relazione a rischi e opportunità finanziarie: per definirne la rilevanza, bisognerà considerare la probabilità, la natura e l’entità potenziale degli effetti finanziari di determinati temi ESG sull’impresa.
  • Attribuire una priorità agli aspetti rilevanti, se possibile coinvolgendo nuovamente gli stakeholder. 
  • In caso di redazione di un Report di sostenibilità, determinare le informazioni da fornire in merito agli aspetti materiali. 

I risultati dell’analisi di materialità vengono generalmente comunicati in occasione della pubblicazione dei Report di sostenibilità, ma anche nei siti web aziendali, con l’obiettivo di renderne conto agli stakeholder: un elevato livello di trasparenza accresce, infatti, la reciproca fiducia tra le parti interessate e favorisce una migliore collaborazione nella costruzione di un futuro sostenibile.


[1]  Corporate Sustainability Reporting Directive: standard europei di informativa sulla sostenibilità che dovranno essere utilizzati da tutte le imprese soggette alla direttiva sulla informativa sulla sostenibilità aziendale.

[2] L’European Financial Reporting Advisory (EFRAG) è un ente di natura tecnica che si occupa dei principi contabili a livello internazionale. Nel 2022, l’EFRAG ha ottenuto un ruolo di collaborazione nell’ambito della CSRD, fornendo consulenza tecnica alla Commissione europea sotto forma di bozze di standard di informativa sulla sostenibilità.

[3] Exposure Draft Voluntary standard for non-listed small- and medium-sized undertakings (VSME ED).

[4]  Traduzione ESRS-VSME-ED, 18 marzo 2024, p.14.

[5] Cfr. GRI 101: Principi di rendicontazione 2016, p. 28.

[6] Quando si considera un potenziale impatto negativo sui diritti umani, la gravità dell’impatto ha la precedenza sulla sua probabilità.

DALLE PAROLE AI FATTI .

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